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Il progetto della Legge 77/2006, dedicato ai Siti UNESCO delle otto Città tardo barocche del Val di Noto, Siracusa-Pantalica e la Villa romana del Casale di Piazza Armerina, si sviluppa come progetto di sistema in “area vasta”, con obiettivo ci creare una sinergia fra territori contermini, facenti parte dell’area del Sud Est della Sicilia, in origine ricompresa nell’antico Vallo di Noto, armonizzando e rendendo fruibile il vasto patrimonio culturale materiale e immateriale di tali luoghi.
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Le città tardo barocche del Val di Noto

Il sito seriale Unesco delle Città Tardo Barocche del Val di Noto comprende un patrimonio omogeneo diffuso in otto Comuni. Per alcuni di essi l’iscrizione riguarda beni puntuali, Modica, con le chiese di San Giorgio e San Paolo, Palazzolo Acreide, con San Paolo e San Sebastiano, Militello Val di Catania con San Niccolò e Santa Maria della Stella, per altri riguarda una porzione del centro storico e tutti i beni tardo barocchi in esso compresi, Caltagirone, Noto, Ragusa, Catania e Scicli. Alcune delle città che ne fanno parte, hanno origini pre-medievali o medioevali e tutte conobbero un’intensa attività di ricostruzione nel corso del XVIII secolo in seguito al terremoto del 1693; la ricostruzione dei centri urbani del Val di Noto derivata da questo tragico evento, nello stesso tempo, fu un’incredibile opportunità per operare un enorme programma di rinnovamento architettonico e artistico.

Parco Archeologico della Villa Romana del Casale

La Villa Romana del casale, il Parco Archeologico e le Aree Archeologiche di Piazza Armerina e dei Comuni limitrofi sono state inserite nella World Heritage List dal 1997. La Villa è il centro di un importante latifondo, con funzione amministrativa, residenziale e di rappresentanza. L’identificazione del proprietario della Villa non è, ad oggi, certa, secondo i più recenti studi, è attribuita ad un alto esponente dell’aristocrazia senatoria romana. Il sito sorge a circa 6 km di distanza dal centro di Piazza Armerina, la sua costruzione si colloca nel primo quarto del IV sec. d.C., ma di essa sono stati individuati ampliamenti e restauri che raggiungono la fine dello stesso secolo. L’edificio tardoantico per la complessità dell’impianto e la bellezza dei suoi mosaici, che ne ricoprono la superficie, per oltre 3000 metri quadri, è una delle più importanti testimonianze dell’Occidente romano.

Siracusa e le Necropoli rupestri di Pantalica

Siracusa e le Necropoli rupestri di Pantalica sono state riconosciute Patrimonio Mondiale dell’UNESCO nel luglio del 2005. Il sito comprende due parti differenti contenenti reperti di epoca greco e romana: la Necropoli di Pantalica, situata vicino a delle cave a cielo aperto, che contiene più di 5.000 tombe scavate nella roccia, molte delle quali databili tra i secoli XIII e VII a.C., reperti di epoca bizantina e i reperti dell’Anaktoron (Palazzo del Principe); l’Antica Siracusa, che include Ortigia, rappresenta una testimonianza unica nel suo genere, dello sviluppo della civilizzazione mediterranea nel corso di oltre tre millenni; di questa città fondata dai coloni greci restano i resti del Tempio di Atena (V secolo a.C.), in seguito convertito a cattedrale, i resti di un teatro greco, un anfiteatro romano e molte altre costruzioni. Queste testimonianze attestano la turbolenta storia della Sicilia dalla dominazione bizantina a quella borbonica, passando attraverso la dominazione araba, normanna, di Federico II e degli Aragonesi.

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